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Vendere foto con iPhone

In questo blog ho spesso parlato di quanto sia importante utilizzare un adeguata attrezzatura fotografica per poter superare i rigidi controlli degli inspector in termini di qualità e mettere in vendita le nostre foto nei microstocks.
Questa indicazione non sembra più essere valida!

instantcontest fotolia

Ieri mi è arrivata la newsletter di Fotolia che mi invitava a caricare foto scattate con l’iPhone (per ora solo con quello) e partecipare al programma InstantContest.
L’incentivo è decisamente interessante: 1 credito per ogni foto accettata.

Considerando che il telefono è sempre a portata di mano non è neanche molto impegnativo. Purtroppo per me, l’applicazione di Fotolia richiede la versione 6 del software di sistema e sul mio iPhone 3Gs non ho caricato gli ultimi aggiornamenti della Apple per non comprometterne drasticamente l’usabilità (così ho letto in qualche forum).

Insomma il tempo passa, le tecnologie crescono e da quando nel 2012 vi avevo segnalato un microstock (PocketStock, che adesso non è più online) per poter mettere in vendita le foto scattate con lo smartphone, molto è cambiato. Adesso in tutti i microstocks ci invitano a caricare foto scattate con il telefono, perfino iStock, che ha sempre puntato sull’alta qualità delle immagini mette questo tipo di scatti tra le tendenze del 2014.

Comunque non bisogna confondere tra qualità tecnica della foto e la qualità della composizione, quest’ultima è sempre necessaria anzi forse ancora più importante che in uno scatto tradizionale.

Vendere Foto – Fuga da iStock

Tra i dati dal sondaggio di microstockgroup sui microstock, che ho pubblicato ieri, c’è da evidenziare quello relativo ai contributors di iStockphoto che pensano di lasciare l’esclusività. Tra i rispondenti il 52% prevede di cambiare nel 2013. Certo il campione è piccolo (circa 180 persone – il 25% dei rispondenti) ma visto quello che si scrive nei forum del settore può considerasi indicativo.

Man run
© Photographer: Rozum | Agency: Dreamstime.com

La cosa che ha fatto infuriare gli utenti iStock, soprattutto quelli esclusivi, è il modo in cui il microstock ha reso disponibili alcune migliaia di immagini attraverso Google Drive. Non si sa bene quali siano gli accordi tra iStock e Google (io sicuramente non li conosco) ma sta di fatto che queste immagini si possono utilizzare gratuitamente e senza attribuzione di copyright.

Da quando la cosa è venuta fuori si sono moltiplicati i messaggi nel forum del sito con proteste e richieste anche piuttosto decise di spiegazioni e risarcimenti. Adesso molti di quei contributors sono stati bannati dal forum e altri addirittura espulsi da iStock.
Se questo non bastasse ad evidenziare l’andamento, consideriamo che Shutterstock ha aperto un canale apposito, che non prevede le famose 10 immagini di valutazione, per accogliere gli utenti in fuga da iStock.
Se siete tra questi ecco la pagina che vi interessa, inoltre e se vi fa piacere, potete prima registrarvi come collaboratori seguendo questo link della mia affiliazione :-).

Sondaggio 2012 sui Microstock

Tyler Olson ha pubblicato nel blog microstockqroup un primo riassunto del sondaggio sui microstocks nel 2012 a cui hanno partecipato più di 700 fra fotografi ed illustratori che vendono i propri lavori online. In attesa che diffonda i dati completi vi propongo qui sotto la bellissima infografica realizzata da Stella Caraman.

2012 Microstock Industry Survey
Courtesy of: MicrostockGroup

 

Vendere Foto – “Nuovi” Microstocks

Da qualche anno la nascita di siti per vendere immagini online non fa più notizia ed il motivo è semplice: sono troppi! E per lo stesso motivo ho smesso di monitorarli.

Negli anni ho anche capito che lavorare per i più piccoli non paga più di tanto, infatti le vendite sono scarse e il compenso è basso. C’è stato un microstock dove ho aspettato più di tre anni per raggiungere la soglia di 50 euro per il pagamento (ScanStockPhoto – da cui ho eliminato il portfolio), e altri sembra percorrano la stessa strada.

Fatta questa premessa, vi spiego perchè questo mese sto caricando il mio porfolio in tre nuovi (per me) microstocks :-)!

1. DepositPhotos. In realtà mi sono registrato su questo sito più di un anno fa, ma non avevo caricato nessuna immagine, anche perché le info che ricevevo non erano delle migliori. Come spesso capita, ho ricevuto il mese scorso da parte di un loro manager la richiesta di caricare il mio portfolio sul sito. Da qui è nato un fruttuoso scambio di email che si è rivelato utile perché il manager ha risposto in maniera veloce e precisa alle mie domande. Insomma, un po’ per la gentilezza, un po’ perché ha esaltato il mio portfolio (in fondo siamo tutti dei vanitosi), mi sono fatto convincere.

2. PhotoDune. Ultimamente sto lavorando a diversi siti web (che realizzo con WordPress) e cercando in rete plug-in e script per personalizzare le proposte, mi sono imbattuto in un sito perfetto per le mie esigenze, themeforest.
Questo è uno dei siti dell’Envato Marketplaces, una sorta di grande microstock rivolto ai professionisti, dove comprare e vendere ogni sorta di elementi utili ad un creativo, un grafico o un webmaker. Si va dai template per i siti web a quelli per le newsletter, alla grafica animata per i video (videohive) a quella 3D (3docean), elementi o siti completi in flash (activeden) o anche codice javascript o CSS (codecanyon). Insomma, mi sono iscritto per effettuare i miei primi acquisti! Di questo gruppo fa parte anche PhotoDune, sito già noto che non avevo ancora visitato, e dato che la registrazione è unica per tutti i siti Envato e che il progetto mi piace, ho iniziato a caricare il portfolio.

3. PocketStock. Anche qui sono stato invitato. La cosa che mi ha incuriosito di questo sito è la possibilità di vendere (in eslusiva) gli scatti realizzati con il telefono!!! Vista la tendenza generale dei microstocks a richiedere una sempre maggiore qualità delle immagini, la cosa mi ha un po’ stupito, ma ho poi pensato che potrebbe anche funzionare. Il motto del sito è “contenuti locali su scala globale” e non è male. Insomma… non che ci creda molto, ma mi trovavo con il CiberDuck aperto…